Nessun luogo può cambiare la tua anima più dei piccoli negozi di dischi" No place can change your soul
most of the small record stores "
"Cosa ascolti quando entri nel tuo negozio favorito per il download?"What do you hear when you walk into your favorite store for download? Niente. E chi incontri? Nessuno. Nothing.
And those meetings? Nobody.
Chi ti consiglierà di smetterla di ascoltare questo e di cominciare ad ascoltare quest'altro? Who will advise you to stop and listen to this
to begin to listen to this one?
I negozi di dischi non possono salvarti la vita, ma possono dartene una migliore"Nick HornbyRecord stores can not save your life, but they can give you one better " Nick Hornby ROMA - Jonathan Lethem intervista Bob Dylan per Rolling Stone. Parlano del nuovo disco, Modern Times, che sarà nei negozi lunedì. E il grande Bob si sfoga: "Non puoi fare oggi un disco che suoni come quelli che ascoltavo e amo ancora. Brian Wilson ha fatto tutti i suoi dischi con un registratore a quattro piste, ma oggi non puoi più ottenere quel suono in uno studio di registrazione con centinaia di piste. Diciamo la verità, quei tempi sono an-da-ti. Io faccio quello che posso per combattere questa tecnologia, ma non conosco nessuno che abbia fatto un disco che suoni decentemente negli ultimi venti anni. I dischi moderni sono atroci, non hanno un suono. Non c'è definizione, niente voce, niente di niente, sono statici. Anche le canzoni del mio nuovo disco probabilmente suonavano dieci volte meglio quando le ho registrate in studio. I cd sono piccoli. Non hanno dignità. C'era bisogno del ritorno al vinile (formato supremo quanto a qualità per l'ascolto di musica in ambito domestico) per accorgersi che lo scambio degli mp3 è un mezzo (positivo) qualitativamente anche scarso che avvicina le persone (realmente) interessate alla musica? Oppure, da diversa angolazione, che solo le persone realmente appassionate sono quelle disposte a spendere per l'acquisto di dischi? Probabilmente sì. Pertanto, a maggior ragione, viva il vinile! Jonathan Lethem interview for Rolling Stone Bob Dylan . They talk about the new album , Modern Times, which will be in stores Monday . And the great Bob is unleashed : " You can not do today, a record that sounds like the ones I listened and I still love . Brian Wilson has done all his records with a four-track , but today you can not get that sound in a study registration with hundreds of tracks. Let's face it , those days are an- from- you . I do what I can to fight this technology, but do not know anyone who has made a record that sounds decent in the past twenty years. discs modern are atrocious , they have sound . there is no definition , no voice, no nothing, are static. Even the songs of my new album probably sounded ten times better when I registered in the study. cDs are small . they dignity.
There was a need to return to the vinyl ( format supreme in quality for listening to music in the home ) to realize that the exchange of the mp3 is a medium ( positive) also poor quality that brings people together ( really) interested in music ? Or, from a different angle , that only people really passionate are those willing to spend for buying records?
Probably yes . Therefore, a fortiori, the vinyl alive !Il ritorno del vinile: boom di vendite degli LP pubblicato: lunedì 18 febbraio 2008 Chi l’avrebbe detto, in tempi di download e supporti digitali il più grande incremento di vendite (in percentuale) riguarda i cari vecchi dischi in vinile. Negli ultimi tempi, in effetti, alcuni negozi di dischi hanno ri-dedicato un piccolo spazio alla vendita degli LP. A ragione: lo scorso anno la vendita di vinili in Italia ha registrato un clamoroso + 250%. La fetta di mercato è piccola, si parla dello 0,2% contro il 15% dei download, mentre il grosso lo fanno sempre i cd. In ogni caso il fenomeno incuriosisce. Questo settore, creduto morto, ha registrato nel mondo la cifra di un milione di pezzi venduti nel 2007. E non si pensi che la cosa riguardi solo gli adulti più nostalgici. Se l’LP più venduto risulta il classico Abbey Road dei Beatles, nella top ten figurano anche gruppi che piacciono soprattutto ai più giovani, come i The Killers e i My Chemical Romance. PUBBLICITÀ Così accanto a ristampe di grandi classici, da Elvis Presley a Miles Davis, dai Rolling Stones agli U2, fino all’ultimo dei Radiohead, le etichette non mancano di pubblicare qualche copia in LP anche di dischi (e artisti) nuovi. E’ innegabile che un LP ascoltato su un buon impianto stereo, rilasci un livello di suono che non ha paragone nè con i cd, nè tantomeno con i file compressi mp3. Così anche nella musica, come in molti altri settori - dalle altre arti al cibo - in un momento storico in cui la quantità e la fruibilità non sono mai state così vaste, sembra crescere una nuova richiesta di qualità. Dopo anni di ascolti su supporti sempre più scadenti è davvero interessante e in qualche modo significativa questa inversione di tendenza. Stiamo parlando di una piccola nicchia di appassionati che sembra però destinata a crescere. Detto tutto questo non è venuta voglia anche a voi di andare a rimettere sul piatto un buon vecchio vinile? OPINIONI Poi cmq il fatto che un cd è campionato, puoi campionare a qualsiasi frequenza vuoi e cosi via…. Ma nulla è paragonabile ad un qualcosa di analogico, se ci son certe frequenze anche se non udibili sul analogico rimangono, sul cd vengono tagliate fuori. Poi cmq sia a livello cd e vinile, avere un originale è bello il tatto dell’oggetto, e con il vinile hai un qualcosa come un atto attivo nell’ascoltare un brano. Hai l’atto di appoggiare fisicamente la testina sul piatto, e l’atto di alzarsi e girare il lato dell’lp. cosa che nella comodità di un cd e di scalette mp3 va a perdersi. Nel lp per di piu sei costretto ad ascoltare un album dall’inizio alla fine ed valutarne quindi totalmente l’opera. Photo by fensterbme Con mia somma gioia leggo oggi su Repubblica on-line ben due articoli che parlano di come, negli ultimi anni, le vendite dei cd stiano calando miseramente per colpa della vendita di musica on-line (iTunes Store e simili) ma, cosa importantissima, della primavera che sta vivendo la vendita di Vinili. Come si legge nel secondo articolo sta nascendo un movimento per far capire alle case discografiche di cominciare a ristampare su vinile i vecchi classici e le nuove hits perchè “si è più affezionati all’LP rispetto che al CD”. Da amante della musica e da possessore di numerosi cd e di quale vinile (alcuni comprati, altri “ereditati” dalla collezione dei miei genitori) non posso che non appoggiare questa iniziativa! Quali sono le principali differenze tra i CD e gli LP ? Il suono nei cd è digitale mentre negli lp è “analogico”… potremmo dire “fisico”. Il tipico fruscìo della puntina sul disco (che fa godere tutti gli amanti dei disconi neri!) è dovuto proprio al fatto che c’è un contatto fisico tra la puntina e il disco e la musica esce proprio grazie all’incisione eseguita sugli LP. I pro del cd? E’ più economico da produrre, facile da trasportare e da copiare. In sostanza le case discografiche per risparmiare denaro sulla produzione hanno perso migliaia (se non milioni) di euro e dollari a causa delle copie illegali che vengono distribuite via internet. Ritornare alla stampa dei vinili? Sì. Sono più belli anche se più “scomodi” e suonano meglio. La cosa che bisogna evitare è un ulteriore aumento dei prezzi. Eliminiamo il più possibile i cd… stampiamo molti più vinili e vendiamoli a 10 / 15 euro. Vogliamo scommettere che il mercato decolla? Cd senza fascino superati come i fax Repubblica — 09 aprile 2008 pagina 34 sezione: SPETTACOLI Appassionato di musica? Assolutamente sì. Ma non frequenta più i negozi di dischi alla ricerca di qualche novità. Lo scrittore Sandro Veronesi, autore di romanzi come "La forza del passato" e "Caos calmo", da cui è stato tratto il film con Nanni Moretti, ha la casa piena di dischi di vinile e la musica nuova la sente su Internet. «Frequentavo i negozi fino a una decina di anni fa, poi ho mollato. Avevo ormai accumulato tanta musica, non sentivo più il bisogno di aggiornarmi. Internet offre la meravigliosa occasione di soddisfare la curiosità. Io, più che scaricare, ascolto su YouTube». Senza essere un collezionista, Veronesi ha accumulato negli anni un numero impressionante di dischi. «Mi piace il vinile» confessa «è un oggetto che non è stato mai possibile sostituire. Non amo il cd, è come fosse un nastro che si può comprare vergine e registrare. Il disco in vinile ha il suo fascino come oggetto, un oggetto pop per dimensione e grafica, una piccola tavola da esposizione con delle qualità, al tatto, alla vista, che il cd non può avere. Insomma il vecchio disco, di cui la grande industria si è disinteressata, ha una sua piccola sacralità nella dimensione pop». Verso i cd lo scrittore nutre una sorta di antipatia. «Non era destinato a durare a lungo, il cd rappresenta una fase di passaggio, come il fax, sbaragliato dall' arrivo delle e-mail. Se fossi appassionato di musica classica non la cercherei nel computer, ma a me piace il rock, la bassa fedeltà. Con un gruppo di amici, i vecchi trichechi delle radio libere degli anni Settanta, abbiamo fondato a Prato Radiogas perché ci venissero a trafficare anche i ragazzi. Radiogas per dare l' idea di una cosa che si sparge, si diffonde e non si arresta». - ROBERTO ROMBI ROMA Il ritorno del vinile Repubblica — 19 dicembre 2007 pagina 42 sezione: SPETTACOLI ROMA - Gli amanti del disco in vinile non hanno altro che rimpianti: l' odore del cartone, le note di copertina leggibili, l' accuratezza del layout, la dinamica del suono. Persino la nostalgia del rumore della puntina che scende sui solchi e del fruscio che precede l' inizio del brano. Per questo il long playing, come fuoco sotto la cenere, è sopravvissuto allo strapotere del cd, che è durato un quarto di secolo. Molti sostengono che il miracolo del digitale, inaugurato nel 1981 con The visitors degli Abba (Brothers in arms dei Dire Straits, nel 1985, fu il primo compact a vendere un milione di copie), sia stata la causa prima della crisi dell' industria discografica. In un paio d' anni, ingorde regole di mercato resero obsoleti interi archivi discografici organizzati con amore e dispendio economico, creando, tra i compratori di musica classica e leggera, una disaffezione di cui stiamo ancora pagando le conseguenze. Nessuno osò fiatare, il progresso è inarrestabile. E poi, a chi piace farsi dare del retrogrado? Eddie Vedder, Michal Stipe, Moby, Anthony Kiedis e Beck hanno costantemente espresso il rimpianto di essere artisti nell' epoca del cd e del trionfo della corporate music. «Per chi ancora vuole possedere l' oggetto, e sono tanti, il prodotto in vinile è imprescindibile», ci ha detto Thom Yorke dei Radiohead. E Adriano Celentano, che ha fatto uscire il suo ultimo album anche in Lp: «Se vuoi realizzare una bella copertina, devi usare quel formato. E poi è anche una questione sentimentale. Il primo amore non si scorda mai». Adesso che l' industria musicale agonizza e stenta a trovare una risorsa per stimolare il mercato, il vinile torna prepotentemente alla ribalta. C' erano almeno cinquecento persone che aspettavano fuori da un albergo romano l' apertura di Hi-End, quinta edizione della mostra di alta fedeltà il cui slogan era «È tornato il vinile, prenotatevi». E girando tra gli stand si scopre che l' Lp non è più oggetto di modernariato, cimelio per collezionisti, ma il centro dell' attenzione di una folla di compratori di ogni età. Duecentocinquanta copie di Kind of blue, capolavoro di Miles Davis del 1959, vengono vendute in poche ore. E non sono vecchi dischi gracchianti, ma vinili nuovi di zecca ristampati con le migliori caratteristiche (peso, confezione, etc.) dell' epoca. Anche la casa discografica Fonè, specializzata in musica classica e contemporanea, decanta i vantaggi del «vero analogico», confidando nel fatto che gli amanti di Accardo non hanno mai dimenticato i vantaggi del vinile (le ultime uscite sul sito www.fone.it). Roberto Guarnieri lavorava in un negozio di dischi della capitale quando la rivoluzione del digitale cominciò a mettere in crisi l' esistenza dei piccoli rivenditori. Attraverso gli anni ha mantenuto contatti con gli amanti del long playing e ora è titolare di Vinyl Strike, shop con tanto di sito Internet (www.vinylstrike.com) il cui punto di forza è il ritorno al vecchio, caro "disco nero". «Gli appassionati dell' hi-fi non hanno mai avuto dubbi: il vinile, soprattutto le stampe giapponesi, garantisce un risultato infinitamente superiore a quello del cd. L' import giapponese è particolarmente costoso», spiega. «Molto più economici i vinili che ormai vengono stampati contemporaneamente ai cd, come questo doppio di Herbie Hancock (l' ultimo River: The Joni letters) che costa solo 28,90. È il pezzo più venduto, il rapporto col cd è di uno a venti». Il fenomeno è in crescita da quando, l' anno scorso, Bob Dylan ha pubblicato il vinile di Modern times con un mese di anticipo rispetto al cd. «Sebbene la Universal abbia al momento in mano oltre il 90% del mercato del vinile, le major sono ancora impreparate a questa inversione di tendenza», spiega Guarnieri. «Non hanno capito che la rinascita del vinile potrebbe accaparrarsi una fetta di mercato che potrebbe incidere fino al 40% sul mercato della musica. E infatti non hanno pubblicato in Italia Confessions on a dance floor di Madonna in vinile rosa, uno dei titoli più venduti degli ultimi anni. Ci sarà un motivo se Vasco Rossi ha deciso di ristampare in un cofanetto i suoi 45 giri e se i vecchi dischi della Blue Note vendono più nel formato Lp che in cd». E non sono solo gli acquirenti adulti ad essere ritornati al vinile. «I ragazzi comprano Lp di Jimi Hendrix e dei Nirvana. Peccato che non abbiamo vinili dei Tokio Hotel, le ragazzine ce li chiedono continuamente», conclude Guarnieri. Per Natale, la Sony/Bmg ha ristampato nel vecchio formato tutti i classici del repertorio, Dylan, Johnny Cash, Patti Smith e Lou Reed. - GIUSEPPE VIDETTI Napster? No, ritorno al vinile Repubblica — 16 marzo 2001 pagina 1 sezione: MILANO Napster, alla fine, è più bello se puoi toccarlo. Qui all' Archivio internazionale del disco ci credono. Napster va a sparire e verrà sostituito da chissà che. Già questo, si sottolinea, equivale a dire che l' idea in sé è formidabile (quella di un archivio di musica accessibile a tutti), ma che alla fine se l' archivio è fatto di cd, dischi in vinile, 78 giri e perfino gli antichissimi cilindri che ruotavano e gracchiavano musica, è meglio. Se la musica si può toccare, insomma, soppesare, riporre in uno scaffale, è meglio. I soldi - in parte - li ha messi la Regione Lombardia, il progetto è firmato da Luca Cerchiari, musicologo, docente, grande esperto di jazz. È appena uscito un suo libro (Mondadori) su Miles Davis: va letto perché è ben fatto, e anche perché leggere storie di jazzisti è un' ottima occupazione per il tempo libero. L' Archivio ha aperto da poco, in piazza Lima. Lo stato dei lavori è ai primordi, anche se nei locali alla fine sono già raccolti trentamila «pezzi». Si punta a centomila entro la fine dell' anno. Qui in piazza Lima (ma si sta facendo di tutto per ottenere una sede più ampia) la situazione viene gestita da alcuni volenterosi che hanno però una caratteristica: sanno di musica, la studiano e procedono di passione assoluta. E toccando i supporti, facendosi raccontare le storie su cosa significa archiviare la musica, si ascoltano cose bellissime. Tipo quella del milanese che trentamila dischi li ha in casa sua e ha anche centinaia di grammofoni, oppure ci si mette a discutere sul futuro di tutto questo. Unica certezza, Napster va a chiudere, ma la storia che si può toccare con le mani è un' altra storia. Migliore. Parlare di musica e basta è un po' riduttivo, qui all' Archivio. Il ragazzoconsulentemusicofilo con barbetta e voce burbera si infervora quasi nello spiegare che l' ambizione massima è quella di una biblioteca dei suoni, in assoluto: e cita il caso americano in cui è stato archiviato e debitamente catalogato di tutto, compresi i diversi richiami usati per gli animali nel mondo contadino. O qualsiasi altro documento sonoro, dalla lettura delle poesie, ai discorsi dei grandi leader e così via. Da qualche parte, negli scaffali, ci sono anche i radiodrammi di una volta. Quello che conta, ora, è capire in che modo crescerà l' archivio. Perché con esattezza non lo sa nessuno, e questa può essere un' ottima cosa. La parola d' ordine è: donazioni dei privati. Sparse per il paese, esistono collezioni clamorose che spesso non trovano collocazione. L' appello di quelli dell' Archivio è piuttosto chiaro. Ogni proposta viene presa in considerazione, in un contesto serissimo. Sono partiti per tempo messaggi alle case discografiche: indovinare chi ha risposto, tra le multinazionali e le piccole etichette indipendenti, non è difficile. Tra poco l' Archivio medesimo avvierà un corso per formare persone in grado di catalogare alla perfezione il materiale. Lo spiritoguida è quello del doppio valore di ogni supporto fonografico: da un lato la musica che contiene, dall' altro il valore documentale che ha, per essere stata suonata e incisa da certe persone in un certo momento. «Qualcuno ha pensato che fossimo un mercatino di bancarelle di vecchi dischi, altri che fossimo un museo». Non è nessuna delle due, è un' altra cosa. Forse di preciso non lo sa ancora nessuno, ma che possa diventare tutto bellissimo è fuori discussione. Basta accettare la scommessa, decidere che a furia di scaricare musica dal computer alla fine ci si annoia e si ingrassa pure, e ripromettersi che in futuro più musica si riuscirà a toccare, meglio sarà. - ANTONIO DI POLLINA L' omaggio al vinile juke box e giradischi da CollezionArea Repubblica — 09 marzo 2008 pagina 14 sezione: PALERMO Il vinile in tutte le sue forme: sagomato, colorato e il raro formato picture disc. E poi i 33 e i 45 giri, per album singoli o doppi con le copertine più stravaganti. «Questa mostra cavalca l' onda del momento - racconta il curatore Antonio Fici - C' è un ritorno al vinile da parte delle case discografiche e degli appassionati alla ricerca dei pezzi d' occasione. Un nuovo input contro la musica da cd o da mp3 che ha fatto perdere molta magia. L' odore del cartone, le note di copertina leggibili, la dinamica del suono. Tutte cose che ormai si sono perse». Al "Viaggio nella musica" hanno contribuito molti collezionisti palermitani. Fra gli altri Paolo Casamirra, Nino Brancato, Aurelio Tomasino e Salvatore Baldi. Si parte dai primi anni del Novecento per arrivare ai nostri giorni. Per la vetrina dedicata ad Adriano Celentano il collezionista Nino Cuccia ha esposto tutta la discografia del cantante, dal primo 45 giri alle ultime produzioni. E ancora gli spartiti delle canzoni più famose e cartoline da tutto il mondo. Fra le vetrine a tema, quella dedicata alle colonne sonore di Ennio Morricone con dischi da collezione. Si passa poi dagli album di Mina, Lucio Battisti, Domenico Modugno a quelli di Vasco Rossi, con un' incursione nella musica lirica e nei dischi a 78 giri, accompagnati dalle locandine storiche del Teatro Massimo. Immancabili i dischi di Elvis Presley, dei Beatles e di Jimi Hendrix. E molto particolari le copertine di alcuni dischi degli anni Cinquanta e Sessanta disegnate da Guido Crepax. A completare l' esposizione alcuni oggetti di design musicale degli anni Sessanta firmati Brionvega. L' esposizione fa parte di una manifestazione più ampia, "Musica e dintorni", che prevede anche un mercatino di scambio del vinile, un concorso fotografico dal titolo "Scatti musicali", passeggiate e conferenze sul tema della musica a cura di Gaetano Basile. Il prossimo fine settimana, infatti, la galleria ospiterà dieci espositori che proporranno al pubblico dischi per tutti i gusti. E gli appassionati potranno acquistare i loro dischi preferiti o barattarli con altri vinili. . CLAUDIA BRUNETTO LA PROPOSTA Cari discografici, ridateci il vinile Tramonta anche il Cd: non vogliamo più bene ai "supporti". Ed è un errore di ERNESTO ASSANTE Cari discografici chi vi scrive è stato ed è un grande appassionato di musica, un forte consumatore di musica, una persona che per merito del mercato discografico ha potuto conoscere ed amare migliaia, decine di migliaia, di dischi e di artisti. Ed è con grande malinconia, tristezza, che osservo il declino, costante e apparentemente ineluttabile, del mercato discografico odierno, il declino del cd. Ormai non fa più nemmeno notizia. 10 per cento in meno, 20 per cento in meno, il calo costante delle vendite, i licenziamenti, le ristrutturazioni, si susseguono con tale rapidità da lasciare ormai indifferenti gli spettatori, che già immaginano come andrà a finire. La colpa? è del cd, del compact disc. O meglio, la colpa è nostra, degli appassionati, dei consumatori, che si sono disaffezionati al supporto, che non vogliono bene al cd. No, non vi meravigli il termine "voler bene". Chi ama la musica ama anche gli oggetti che hanno saputo contenerla. Il pubblico, i consumatori, hanno amato profondamente i dischi nelle loro successive incarnazioni, dal 78 giri al 45, dall'Lp alla cassetta, fino al cd e all'iPod. Ma la battaglia tra questi ultimi due, il compact disc e l'iPod sembra la stia vincendo il secondo. Il motivo, mi sembra, è semplice: voi discografici avete perso il dominio della copia, che è passato completamente nelle nostre mani, quelle dei consumatori. Da quando la musica è diventata digitale non siete più voi gli unici a poter fabbricare dischi. Con i nostri computer e i masterizzatori siamo in grado di copiare la musica su cd fatti in casa, di produrre compilation, di rimescolare i dischi più celebri, di riprodurre gli album originali, e queste operazioni sono talmente poco costose da farci dubitare del valore di un cd originale. Non solo: mentre fino a qualche anno fa le copie che compravamo dai pirati erano su cassetta, qualitativamente inferiori agli originali su vinile, oggi le copie del mercato pirata sono perfettamente eguali ai cd che si trovano nei negozi.
Certo, non ci sono le indicazioni sui dischi, le copertine sono a dir poco raffazzonate, magari anche le masterizzazioni non sono tra le migliori, ma il risultato è soddisfacente per chi spende i 5 euro (spesso anche meno) richiesti dai venditori di strada. Vi siete mai chiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c'è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza copertina, buttato tra un fazzoletto per il naso e una cartina stradale. Perché il cd non vale più di cinque euro, anche quand'è originale. E non è un oggetto al quale gli appassionati di musica si sono affezionati, non sono oggetti che un appassionato di musica vuole conservare, proprio perché non hanno copertine, non hanno immagini da vedere, cose da leggere, non rappresentano gli artisti e le loro idee, sono solo supporti, non sono la musica. Poi è arrivato l'iPod e i lettori mp3. Per un appassionato di musica è come portarsi in tasca l'Eden, tutta la musica che voglio, che amo, che posso ascoltare come e quando voglio. Mi viene in mente un brano, uno qualsiasi, lo scarico e lo ascolto. E pago. Perché quell'euro a canzone è un prezzo che mi sembra equo, vista la comodità del poterlo portare in tasca e, se voglio, metterlo su un cd. Ho un iPod pieno di musica e lo continuerò a riempire, ma non è questo il modo in cui voglio conservare la musica che amo. Abbiamo, dunque, una modesta proposta da fare. Ridateci il vinile. Ma come, improvvisamente si vuole tornare indietro? Nel bel mezzo della rivoluzione digitale si pensa a tornare al prodotto analogico? No, non preoccupatevi, non è così. O meglio, non è solo così. Nel senso che i modi in cui la gente acquisterà musica nel prossimo futuro potrebbero, dovrebbero, essere tre: tramite file, per chi vuole ascoltare musica con i lettori mp3 o con i cellulari, per chi vuole masterizzare i propri dischi; tramite cd, per chi non vuole fare la fatica di scaricare la musica attraverso i computer o i telefonini, e non vuole perdere tempo con i cd "fai da te", o semplicemente non ama gli mp3 e preferisce tenere centinaia di cd in macchina; con il vinile, per chi vuole conservare i dischi, per chi ama le opere degli artisti e vuole essere legato a queste da un filo emotivo che è tenuto dall'oggetto stesso. Il disco in vinile non è un "supporto" ma è l'opera. Dark side of the moon, o Stg. Pepper, o Highway 61, non sono collezioni di canzoni, sono "dischi". Così come i Promessi Sposi non sono uno scritto ma un libro. Il libro non è un supporto cartaceo, è l'opera stessa. Che non può essere copiata se non in qualcosa che libro non è. E il vinile non può essere copiato se non su cassetta o cd, il dominio della copia in vinile non è mai passato nelle mani di noi consumatori e appassionati. E il disco in vinile si rovina, si graffia, s'impolvera, se io voglio bene al disco voglio e debbo conservarlo. Il disco in vinile ha una copertina che è parte integrante del disco stesso, identifica l'opera, la illustra, in qualche caso la spiega. Ed è un oggetto come questo che gli appassionati di musica vogliono avere, vogliono conservare. Non il cd, che invece è piccolo, portatile, comodo, adatto ad essere messo in auto o portato in giro. Cd che posso perdere o che si può anche rovinare, perché al massimo ne posso masterizzare un altro, perfettamente identico al primo. Ridateci il vinile, ridateci la possibilità di avere dischi che durano trenta, quaranta minuti, fatti di canzoni e brani che gli artisti hanno voluto metterci, senza inutili e insulsi riempitivi. Ridateci il vinile, ridateci un oggetto che magari si sente peggio, che non è portatile, che è grande e scomodo, ma che rappresenta la musica quanto la musica che contiene. Ridateci il vinile, che ha un valore intrinseco che nessun cd riuscirà mai ad avere. Ridateci il vinile, assieme ai file mp3 e ai compact disc, utili ognuno per un motivo diverso. Certo, magari guadagnerete meno, magari i clamorosi fatturati che l'industria discografica ha fatto da quando è arrivato il compact disc non li vedrete più, ma di sicuro non perderete l'anima e il lavoro. Il lavoro lo state già perdendo, l'anima la state per perdere, trasformandovi in venditori di magliette, poster, gadget, venditori di diritti televisivi e radiofonici, produttori di concerti e di dvd, di certo non più "discografici". Ridateci il vinile e provate a salvare il vostro, nostro, mercato della musica, abbandonando l'idea di vendere pezzi di plastica e tornando a vendere dischi. ( 19 dicembre 2007) La manutenzione degli LP Nell'articolo Come scegliere i dischi abbiamo già osservato quanto sia importante la qualità del disco, CD o LP che sia, ai fini di un buon risultato all'ascolto. Nel caso degli LP il problema più grosso è riuscire a conservare nel tempo la qualità dell'incisione. Il disco in vinile è per sua natura piuttosto delicato, anche se meno di quanto ci abbiano sempre fatto credere, e la polvere e lo sporco in generale sono, oltre a un utilizzo scellerato in giradischi mal regolati, i suoi più grandi nemici. La sistemazione del vinile La prima cosa da imparare è il modo migliore per conservare gli LP nei nostri scaffali. Logica vuole che la sistemazione migliore sia quella che causa meno stress meccanico ai dischi, ovvero quella perfettamente verticale. Mettere i dischi uno sopra l'altro è il modo migliore per distruggerli. Infatti il peso non indifferente di ogni LP (una media di 200 grammi compresa la copertina) va a gravare su quello immediatamente sotto di esso e se pensate ad una pila di 100 LP capite subito che i primi devono sopportare un peso di svariati chili (dai 20 ai 30 kg). Questo peso poi è tutt'altro che uniformemente distribuito in quanto ogni LP ed ogni copertina sono diversi tra loro, fatto che provoca una distribuzione di carichi sbilanciata con conseguente patatizzazione dei dischi più sottoposti a stress o più delicati. Il termine patatizzazione, come i più vispi di voi avranno intuito, viene dalla forma che il disco assume dopo simili trattamenti: quella di una patatina fritta :-) Come far suonare un disco patatizzato Far suonare bene un disco deformato è compito davvero difficile anche per i migliori giradischi: le ondulazioni della superficie provocano continue variazioni della forza d'appoggio della puntina con aumenti notevoli in fase di salita ed alleggerimenti, se non veri e propri *atterraggi*, in fase di discesa (pensate alle montagne russe). Aggiungiamo a questo gli ovvi problemi di mistracking (cattivo tracciamento). Questo comportamento porta rapidamente al danneggiamento dei solchi e della puntina stessa se non addirittura al deterioramento del cantilever e dell'equipaggio mobile del pick-up. Se avete un disco patatizzato non c'è molto che possiate fare. Una delle cure, seppure non definitiva, è quella di utilizzare dei clamp per giradischi ossia dei pesi da poggiare sul perno che schiaccino l'LP ondulato contro il piatto spianandolo. Alcuni di questi clamp premidisco funzionano solo per gravità, sfruttando il proprio peso, spesso notevole, per spianare il disco mentre altri si fissano a pressione o per avvitatura (sui perni predisposti) tipo il The Pig della See che è il clamp che io utilizzo regolarmente. Uno degli inconvenienti di siffatti aggeggi è che la loro applicazione, specie per quelli *a gravità*, è particolarmente stressante per la sede dove ruota il perno, vero cuore del giradischi. Occorre dunque prestare molta attenzione nel loro utilizzo in quanto rischiamo, magari anche solo con una mossa brusca, di rigare o deformare la sede del perno, il che equivarrebbe a buttare alle ortiche il nostro amato giradischi. Un'altra possibilità è quella fornita da alcuni giradischi di alto livello che dispongono, di serie o come optional, di una pompa aspiratrice che ha il compito di risucchiare l'aria da sotto l'LP, incollandolo letteralmente al piatto. Il sistema è efficace e solo il suo alto costo ne ha limitato fortemente la diffusione. Occorre inoltre tener presente che alcuni piatti ed alcuni tappetini sono stati progettati appositamente per funzionare senza alcun tipo di clamp. Un esempio famoso è il tappetino in sughero Ringmat del quale potrete trovare una descrizione per l'autocostruzione nel Tempio del Tweaking. Recuperare un disco patatizzato è un compito difficile almeno quanto riuscire a farlo suonare decentemente. Nelle pagine del Tempio del Tweaking troverete un sistema spianadischi piuttosto casereccio, economico e facile da realizzare per tutti. La sua efficacia non è tuttavia miracolosa ed aiuta a risolvere problemi di patatizzazione non troppo seri. Per i casi più gravi occorrerà mettersi l'anima in pace: il vinile è un materiale antipatico e dispettoso che si ricorda dei dispetti che gli facciamo ed è molto difficile farglieli scordare. Esperimenti di audiofili disperati che hanno tentato di cuocere in un forno a microonde il proprio vinile dopo averlo messo, ben pressato, in mezzo a due dischi di vetro hanno dato risulati alterni. Talvolta la cottura ha funzionato, altre volte è stata un disastro. Se volete provare ricordatevi di utilizzare la temperatura più bassa possibile, incrementandola se il risultato non vi dovesse soddisfare. Anche il tempo di cottura è fortemente variabile a seconda dei casi. Non è uno scherzo, so di gente che l'ha fatto per davvero proprio come extrema ratio, nel tentativo di salvare il salvabile. L'elettricità statica Il vinile ha la simpatica caratteristica di caricarsi di elettricità statica molto facilmente: il semplice scorrere della puntina nei solchi o le manovre di inserimento nella custodia sono sufficienti a far accumulare sulla sua superficie una notevole quantità di elettricità. Questa è dannosa per due motivi: uno, ben conosciuto da chi in casa si occupa di spolverare i mobili, è che un corpo carico elettrostaticamente attira con estrema facilità la polvere. L'altro motivo sta nel fatto che le cariche elettrostatiche causano piccoli problemi di lettura dei solchi, talvolta dando origine a fastidiose scariche che disturbano l'ascolto. Le soluzioni possono essere varie, a partire dai liquidi antistatici speciali per finire con spazzole particolari che utilizzano il nostro corpo per ridistribuire le cariche elettriche accumulatesi sul disco. L'utilizzo di buste in carta di riso per proteggere i dischi è senz'altro consigliabile ed aiuta a minimizzare l'entità del fenomeno. Come spiegherò più avanti, sono invece piuttosto contrario all'utilizzo di liquidi speciali sui dischi. Spesso, anche se esistono molte eccezioni, la cura è peggiore del male e con l'uso tali prodotti formano una patina all'interno dei solchi difficile da rimuovere che può condizionare negativamente la lettura stessa del disco. La pulizia del vinile È impossibile evitare che un disco si sporchi. Lo stesso ruotare mentre suona attrae la polvere che inevitabilmente si depositerà dentro i solchi. Oltre ad una attenta opera di prevenzione dobbiamo tentare di pulire i nostri dischi arrecando il minor danno possibile. Un sistema efficace, ma delicato, da applicare in casi particolarmente difficili, è il lavaggio. Questo può avvenire in proprio con mezzi casalinghi oppure in negozi che dispongano di opportune macchine lavadischi (VPI o equivalenti). In casa si può procedere in diversi modi ed ogni audiofilo ha la sua ricetta segreta. Troverete un certo numero di ricette segrete nella rubrica Tempio del Tweaking. L'utilizzo di liquidi speciali per la pulizia di dischi è da valutare con estrema attenzione e solo se si tratta di prodotti dalla comprovata efficacia. Il pericolo è infatti quello che alcune delle sostanze che costituiscono il liquido si depositino, a lungo andare e talvolta per volontà stessa di progetto, sul fondo dei solchi rovinandoli irrimediabilmente. Per questo motivo i migliori liquidi lavadischi sono prodotti estremamente *soft* essendo costituiti principalmente da sostanze innocue (acqua demineralizata, ad esempio) e da uno o più solventi di tipo volatile come l'alcool. Se non siamo abbastanza coraggiosi da intraprendere la strada del lavaggio o se i nostri dischi non ne hanno urgente necessità possiamo procedere alla pulizia periodica, prima e dopo ogni ascolto, tramite spazzole o sistemi equivalenti. Sono molto in voga delle spazzole in fibre di carbonio, capaci di penetrare in profondità all'interno dei solchi. Tali spazzole dispongono spesso di un manico in materiale conduttivo che permette, grazie anche alla conducibilità delle fibre, di scaricare l'elettricità statica. Un'alternativa alle spazzole sono i rulli. Io da anni e con grande soddisfazione ne utilizzo uno molto particolare che però non mi pare sia ancora in commercio: il Nagaoka Rolling Cleaner. Questo rullo è costituito da una gomma morbida particolarissima, adesiva, ma rigenerabile. In pratica stacca dai solchi la polvere che così rimane incollata alla superficie del rullo, esattamente come il leva-pelucchi adesivo per abiti. Quando la gomma è tanto sporca da perdere le sue proprietà adesive la si insapona, si sciaqua sotto l'acqua corrente ed è pronta all'uso come se fosse nuova. Dopo anni di lavaggi le proprietà adesive e la morbidezza di questo stranissimo materiale sono rimaste inalterate. Se avete la fortuna di trovarla ancora non esitate ad acquistarla: la sua efficacia è semplicemente sorprendente. In qualsiasi modo eseguiate la pulizia dei vostri LP accertatevi che le buste che li ospiteranno siano pulite e che il tappetino del giradischi non abbia accumulato elettricità statica e polvere che inevitabilmente si trsferiranno al disco successivo. Ricordo che il modo migliore per pulire un tappetino in feltro è l'aspirapolvere, utilizzando l'accessorio dalla bocca più piccola possibile. Evitare qualsiasi forma di lavaggio se non volete sperimentare di persona la provenienza del termine *infeltrire* :-) Conclusioni Come ho già avuto modo di dire altrove, parlando di giradischi, il fatto che gli LP dopo 10 ascolti siano già da buttar via è una leggenda da sfatare. Basta disporre di un buon giradischi, ben regolato, di una puntina in buone condizioni che legga i solchi in modo ideale e tenere i dischi puliti per godere del loro suono per tantissimo tempo. Possiedo dischi che utilizzo per le prove d'ascolto, sentiti e risentiti tantissime volte, magari sempre lo stesso brano, che continuano a suonare bene, che non saltano e non scricchiolano. Ho alcuni CD che invece sono quasi illeggibili, magari a causa di un piccolo ed apparentemente insignificante graffio radiale. Il segreto vero del tenere puliti e sempre in perfetta forma in nostri LP è evitare che la polvere vada a depositarsi in fondo ai solchi. Un'operazione di pulizia maldestra ed eseguita con strumenti inadatti può anche fare questo genere di danno. Esattamente come la riparazione di una motocicletta eseguita con gli attrezzi sbagliati (cfr. Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta).
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